L’AI è ovunque (ma ne abbiamo davvero bisogno?)
Nel panorama tecnologico attuale, l’intelligenza artificiale viene integrata in prodotti sempre più quotidiani, talvolta in modo discutibile. Prendiamo ad esempio lo spazzolino elettrico “intelligente”: capaci di analizzare i movimenti per perfezionare la pulizia. Ma quanto è realmente necessaria questa tecnologia? Similmente, le auto moderne vantano sistemi AI integrati per la guida assistita e l’intrattenimento, creando un vero e proprio ecosistema digitale su quattro ruote.
Il nuovo campo di battaglia: i chatbot AI
Tuttavia, il vero punto di svolta dell’AI non è solo nelle tecnologie che utilizziamo quotidianamente, ma anche nel modo in cui i brand si posizionano attraverso l’intelligenza artificiale stessa, sfruttando strumenti come ChatGPT, Claude, Gemini, Copilot e Perplexity AI. Infatti la vera rivoluzione sta avvenendo nel modo in cui i brand si posizionano all’interno delle conversazioni con i chatbot AI.
Facciamo prima una carrellata dei principali strumenti.
ChatGPT
- Leader indiscusso del settore
- Tendenza a fornire risposte equilibrate sui brand
- Forte presenza nella cultura popolare
- Base di conoscenza ampia ma con cut-off temporale**
Claude
- Approccio più analitico e dettagliato
- Maggiore trasparenza nelle fonti citate
- Capacità di gestire contesti più complessi
- Particolare attenzione all’etica nelle discussioni sui brand
Gemini
- Forte integrazione con l’ecosistema Google
- Capacità multimodale (testo, immagini, codice)
- Risposte più orientate ai dati verificabili
- Tendenza a privilegiare fonti autorevoli
Copilot
- Integrazione nativa con prodotti Microsoft
- Focus su produttività e assistenza pratica
- Approccio più conservativo nelle raccomandazioni
- Forte orientamento business
Perplexity
- Citazioni in tempo reale
- Approccio basato sulla ricerca attiva
- Aggiornamenti più frequenti sulle informazioni dei brand
- Maggiore focus sulla verifica delle fonti
La nascita della AI-SEO
Fino a pochi anni fa, il cuore della SEO (Search Engine Optimization) era semplice: ottimizzare contenuti e siti web per i motori di ricerca tradizionali come Google. Ora, però, il paradigma sta cambiando. I chatbot basati su AI non sono solo strumenti di assistenza, ma veri e propri nuovi punti di accesso all’informazione.
Gli utenti non cercano più solo su Google; pongono domande direttamente a sistemi come ChatGPT, Claude o Gemini. Questo pone una sfida e un’opportunità per le aziende: non basta essere primi su Google, bisogna diventare la risposta diretta dei chatbot AI.
Le nuove regole del gioco: sta nascendo una SEO per l’AI?
La risposta breve è sì. Sta emergendo una nuova disciplina che potremmo chiamare AI Content Optimization: ottimizzare i contenuti affinché siano rilevanti per i modelli di linguaggio.
Ecco alcune strategie per i brand:
- Creare contenuti chiari e concisi: i chatbot preferiscono risposte brevi e precise.
- Favorire la credibilità: l’AI tende a privilegiare fonti affidabili e autorevoli.
- Adattarsi al contesto: ogni chatbot ha logiche diverse; studiare il funzionamento di ciascuno è essenziale.
- Strutturare i dati: contenuti ben organizzati e facilmente indicizzabili (es. tabelle, FAQ) sono più facilmente digeribili dall’AI.
- Collaborare con l’AI: integrare strumenti come API o dati ottimizzati direttamente per i modelli di linguaggio.
Opportunità e sfide per il futuro
L’integrazione dell’AI nei prodotti di consumo potrebbe sembrare talvolta eccessiva, ma il vero cambiamento sta avvenendo nel modo in cui i brand devono posizionarsi nell’era dell’AI conversazionale. La SEO tradizionale si sta evolvendo per includere l’ottimizzazione per i chatbot AI, creando nuove opportunità e sfide per il marketing digitale.
La chiave del successo sarà trovare il giusto equilibrio tra presenza nei sistemi AI e valore reale per gli utenti, evitando l’AI-washing* e concentrandosi su innovazioni che portano benefici tangibili ai consumatori.
*L’AI washing è una strategia di marketing in cui le aziende esagerano o fingono di integrare tecnologie di intelligenza artificiale nei propri prodotti o servizi. Lo scopo è sfruttare l’entusiasmo attorno all’AI per guadagnare visibilità, attirare investimenti e conquistare clienti, anche quando l’uso effettivo dell’intelligenza artificiale è marginale o del tutto assente.
** Questo termine è spesso utilizzato in contesti di intelligenza artificiale o analisi dei dati per indicare la data o il momento più recente fino al quale i dati sono stati raccolti o elaborati. Attualmente fino a novembre 2023.
