Papa Francesco e l’Intelligenza Artificiale: il viaggiatore che ci ha insegnato a riflettere

papa francesco e AI

Immaginiamo un viaggiatore che, invece di attraversare deserti o oceani, esplora le nuove frontiere della tecnologia. Non porta con sé mappe o bussole tradizionali, ma uno strumento antico e potente: la capacità di scegliere con attenzione.

Quel viaggiatore era Papa Francesco, che nel febbraio 2020 aveva sorpreso molti aprendo un dialogo inedito tra la Chiesa cattolica e il mondo dell’intelligenza artificiale. “La tecnologia è una frontiera affascinante, ma richiede uno sguardo attento e responsabile”, aveva affermato. Un invito a non fermarsi alla superficie, a non farsi abbagliare dalle meraviglie dell’innovazione, ma a esplorarne i meccanismi più profondi.

Il suo approccio era chiaro: né demonizzare né idolatrare. L’intelligenza artificiale, per Francesco, era uno strumento potente, capace di costruire ponti o scavare fossati. Sta — anzi, stava — a noi scegliere la direzione.

In Laudate Deum, Papa Francesco aveva sollevato una delle questioni più invisibili ma profonde: il rischio di vedere tutto attraverso la lente della tecnica, come se ogni problema potesse essere ridotto a una soluzione tecnologica. L’IA, per lui, era la manifestazione più recente — e forse la più insidiosa — di questo modo di pensare.

Ma Francesco non si era limitato a sollevare preoccupazioni. Nei suoi discorsi per la Giornata Mondiale della Pace e per la Giornata delle Comunicazioni Sociali 2024, aveva indicato una bussola: Usare l’intelligenza artificiale come mezzo, mai come fine. Per lui, la tecnologia era uno specchio della creatività umana, un dono che doveva essere messo al servizio di tutti, e non solo di pochi privilegiati.

Aveva anche lanciato un appello concreto: un trattato internazionale per regolare l’uso dell’IA, promuovendo collaborazione anziché conflitto. Un’idea ambiziosa, certo, ma necessaria in un mondo sempre più frammentato.

E oggi, mentre l’IA generativa ridefinisce il nostro modo di vivere e lavorare, il suo messaggio resta più attuale che mai:

La tecnologia deve servire l’umanità, e non viceversa.

Papa Francesco ci ha lasciato l’insegnamento di non perderci nel labirinto della tecnica, ma di costruire strade che uniscano, coltivando un futuro in cui innovazione ed etica camminano mano nella mano.

In fondo, il vero progresso non sta solo in ciò che creiamo, ma in come scegliamo di usarlo.