In questo periodo di cambiamenti dove le Performance Max di Google e le Advantage+ di Meta prenderanno il sopravvento e alleggeriranno i tecnicismi cosa cambia nel mondo dell’ADV?
Sostanzialmente sarà il machine learning a fare il lavoro sporco elaborando i dati mentre l’AI analizzerà i dati in modo da aiutare gli addetti del settore a prendere decisioni strategiche in virtù di quello che sarà l’evoluzione del funnel classico che tra l’altro nel 2024 compirà 100 anni.

In questi mesi Google ha introdotto il concetto di “messy middle” dove il processo decisionale non è più una semplice piramide invertita, che in maniera lineare trasporta l’utente fino alla fase dell’acquisto.
Oggi la possibile buyer personas segue un percorso più caotico e non lineare. La nostra sfida ora è quella di creare esperienze che si avvicinano sempre più alle vere esigenze dell’utente.
A mio avviso questo schema rimane sempre valido il vecchio e caro funnel soprattutto in una fase di mappa concettuale della strategia. Ricordandoci di aggiungere due fasi ovvero la Retention e di Advocacy
Nella fase in cui saremo coinvolti in un progetto di advertising, il ruolo diventa sempre più compatto dove “strategia” “copy” e “analisi” si fondono per costruire un percorso capace di arrivare all’obiettivo indipendentemente da dove si trova l’utente nel “messy middle”.
Sempre più la parte del “copy” diventerà fondamentale ricordandoci che l’asset (video, testo e immagine) non deve essere il più bello ma quello che soddisferà la buyer personas.
Prima di proseguire
Google e Meta hanno sempre più implementato un sistema che riconosce in una foto o video tutta una serie di parametri compresi i sentiment delle persone ritratte fino a capire se quel divano, per esempio, è in linea con gli stili di vita del navigatore. Questo permette al sistema di erogare campagne a determinati pubblici.
Riprendiamo il discorso perché la creazione di un pacchetto di asset e quindi una campagna efficace è il frutto di una strategia a monte, fatta di analisi prima e dopo in modo da correggere il tiro.
Alla richiesta: “Voglio 10 contatti al mese nella città di Milano” è sufficiente per produrre una campagna di marketing?
Forse sì, ma il costo per la generazione di asset diversi per colpire l’utente giusto saranno notevoli. E allora mi viene da dire che avere qualche dato in più ci consente di puntare il mirino in maniera più precisa e ci permette di preparare un report preventivo più accurato, altrimenti la CPA sarà sempre di “35€” e il fee d’agenzia sarà fuori mercato.
Il cerchio delle tre carte si chiude con l’analisi finale, argomento fondamentale per capire e migliorare le attività future.
Il dato di ritorno non può più essere un numero ma una serie di considerazioni in merito a ciò che ha generato quella campagna in merito all’esperienza della buyer personas che a sua volta diventerà il carburante che alimenterà il messy middle diminuendo i costi puri di ADV.
