Google AI Max per la Rete di Ricerca: come funziona e cosa significa per gli inserzionisti

Google AI Max

Nelle ultime settimane ho testato le AI Max, la nuova estensione delle campagne Search introdotta da Google. Non è una campagna a sé stante, ma un potenziamento che porta l’intelligenza artificiale più in profondità nella gestione degli annunci.

Quello che ho notato è che AI Max non cambia le regole del gioco da un giorno all’altro, ma tocca tre aspetti molto concreti:

  1. Keyword e corrispondenze
    L’algoritmo va oltre le keyword esatte che inseriamo e intercetta query nuove o correlate. In pratica, riesce a leggere meglio l’intento dell’utente, andando a coprire ricerche che difficilmente avrei immaginato o gestito manualmente.
  2. Annunci dinamici
    Headline, descrizioni e CTA possono essere generate automaticamente in base al contesto e alla landing page. Questo può aumentare il CTR, ma – e lo dico per esperienza – non sempre i testi sono allineati al tono di voce del brand, quindi serve supervisione.
  3. Scelta delle landing page
    AI Max può decidere di mandare l’utente alla pagina che reputa più rilevante rispetto alla query, anche se diversa da quella impostata. È comodo, ma bisogna controllare: non tutte le pagine hanno lo stesso valore strategico.

📊 Google dichiara un incremento medio del +14% di conversioni a parità di costo, con punte del +27% in account molto legati alle corrispondenze ristrette. Personalmente, ho visto risultati interessanti soprattutto in e-commerce e settori con volumi di ricerca molto ampi.

Detto questo, non è tutto oro quel che luccica. Se lasciata correre senza controllo, l’automazione rischia di portare traffico meno qualificato o annunci poco in linea con l’identità aziendale. Qui entra in gioco la parte “umana”: analizzare i report, interpretare i dati, decidere quali test mantenere e quali no.

👉 Per me, la vera sfida non è “usare o non usare AI Max”, ma trovare l’equilibrio tra automazione e supervisione.
È un alleato utile quando serve scalare e testare nuove opportunità, meno adatto quando il brand ha bisogno di messaggi molto precisi o in settori regolamentati.

In sintesi, AI Max è un passo verso un advertising sempre più predittivo e basato sull’intento dell’utente. Ma resta a noi marketer il compito di dare la direzione strategica e il controllo qualitativo.

💬 E tu? Hai già testato AI Max nelle tue campagne? Ti ha portato più benefici o criticità?